22 novembre, 2008

Archimede di Siracusa


Come non parlare del piu' grande genio di tutti i tempi?
Archimede di Siracusa (in greco Ἀρχιμήδης; Siracusa, circa 287 a.C. – Siracusa, 212 a.C.) è stato un matematico, astronomo, fisico e inventore greco antico. È stato uno dei massimi scienziati della storia.
Si hanno pochi dati certi sulla vita di Archimede. Tutte le fonti concordano sul fatto che fosse siracusano e che sia stato ucciso durante il sacco di Siracusa del 212 a.C. Tra le poche altre notizie certe vi è inoltre quella, tramandata da Diodoro Siculo, che abbia trascorso un soggiorno in Egitto, e che ad Alessandria d'Egitto strinse amicizia con il matematico e astronomo Conone di Samo, come si evince dal rimpianto per la sua morte espresso in alcune opere. Tornato a Siracusa, tenne corrispondenza con vari scienziati di Alessandria, tra i quali Dositeo ed Eratostene, al quale dedicò il trattato Il metodo e rivolse il problema dei buoi del sole.
Secondo Plutarco era imparentato col monarca Gerone II, tesi controversa che trova comunque riscontro nella stretta amicizia e stima che, anche secondo altri autori, li legava. La data di nascita non è certa. Viene di solito accettata quella del 287 a.C., sulla base dell'informazione, riferita dall'erudito bizantino Giovanni Tzetzes, che fosse morto all'età di settantacinque anni.Non si sa però se Tzetzes si basasse su fonti attendibili ora perdute o avesse solo tentato di quantificare il dato, riportato da vari autori, che Archimede fosse vecchio al momento dell'uccisione. L'ipotesi che fosse figlio di un astronomo siracusano di nome Fidia (altrimenti sconosciuto) è basata sulla ricostruzione del filologo Friedrich Blass di una frase di Archimede, contenuta nell'Arenario, che nei manoscritti era giunta corrotta e priva di senso.Se questa ipotesi fosse corretta, si può pensare che abbia ereditato dal padre l'amore per le scienze esatte.

Dalle opere conservate e dalle testimonianze si sa che si occupò di tutte le branche delle scienze matematiche a lui contemporanee (aritmetica, geometria piana e geometria solida, meccanica, ottica, idrostatica, astronomia ecc.) e di varie applicazioni tecnologiche.

Polibio, Tito Livio e Plutarco riferiscono che durante la seconda guerra punica, su richiesta di Gerone II, si dedicò (a detta di Plutarco con minore entusiasmo ma secondo tutti gli autori con non minori successi) alla realizzazione di macchine belliche che potessero aiutare la sua città a difendersi dall'attacco di Roma. Plutarco racconta che, contro le legioni e la potente flotta di Roma, Siracusa non disponeva che di poche migliaia di uomini e del genio di un vecchio; le macchine di Archimede avrebbero scagliato massi ciclopici e una tempesta di ferro contro le sessanta imponenti quinquereme di Marco Claudio Marcello. Nel 212 a.C. fu ucciso durante il sacco della città.

Nell'immaginario collettivo il ricordo di Archimede è indissolubilmente legato a due aneddoti leggendari. Vitruvio racconta che avrebbe iniziato ad occuparsi di idrostatica perché il sovrano Gerone II gli aveva chiesto di determinare se una corona fosse stata realizzata con oro puro oppure utilizzando all'interno altri metalli. Egli avrebbe scoperto come risolvere il problema mentre faceva un bagno, notando che immergendosi provocava un innalzamento del livello dell'acqua. Questa osservazione l'avrebbe reso così felice che sarebbe uscito nudo dall'acqua esclamando "εὕρηκα" (héureka!, ho trovato!). Se non si avesse il trattato Sui corpi galleggianti non si potrebbe dedurre il livello dell'idrostatica archimedea dal racconto vitruviano.
Due celebri aneddoti:
Un altro detto attribuito ad Archimede che ha avuto altrettanta fortuna è connesso al suo interesse per la costruzione di macchine capaci di spostare grandi pesi con piccole forze. Secondo una storia tramandata da Pappo di Alessandria e Simplicio, lo scienziato, entusiasmatosi per le possibilità offerte dalla nuova meccanica, avrebbe esclamato «datemi un punto d'appoggio e vi solleverò il mondo».

« Ad un tratto entrò nella stanza un soldato e gli ordinò di andare con lui da Marcello. Archimede rispose che sarebbe andato dopo aver risolto il problema e messa in ordine la dimostrazione. Il soldato si adirò, sguainò la spada e lo uccise. »
La leggenda ha tramandato ai posteri anche le ultime parole di Archimede, rivolte al soldato romano che stava per ucciderlo: «noli, obsecro, istum disturbare» (non rovinare, ti prego questo disegno).

Plutarco, dal canto suo, narra tre differenti versioni della morte di Archimede. Nella prima afferma che un soldato romano avrebbe intimato ad Archimede di seguirlo da Marcello; al suo rifiuto di farlo prima di aver risolto il problema cui si stava applicando, il soldato lo avrebbe ucciso. Alla notizia dell'uccisione dell'inventore, Marcello avrebbe fatto immediatamente uccidere il soldato per squartamento, visto che aveva dato ordine di catturare il luminare vivo date le sue notevoli capacità. Nella seconda un soldato romano si sarebbe presentato per uccidere Archimede e quest'ultimo lo avrebbe pregato invano di lasciargli terminare la dimostrazione nella quale era impegnato. Nella terza, dei soldati avrebbero incontrato Archimede mentre portava a Marcello alcuni strumenti scientifici, meridiane, sfere e squadre, in una cassetta; i soldati, pensando che la cassetta contenesse oro, lo avrebbero ucciso per impadronirsene.

Secondo Tito Livio e Plutarco,Marcello, che avrebbe conosciuto e apprezzato l'immenso valore del genio di Archimede e forse avrebbe voluto utilizzarlo al servizio della Repubblica, sarebbe stato profondamente addolorato per la sua morte. Questi autori raccontano che fece dare onorevole sepoltura allo scienziato. Ciò non è però riferito da Polibio, che è considerato fonte più autorevole sull'assedio e il saccheggio di Siracusa.

Cicerone racconta di avere scoperto egli stesso la tomba di Archimede grazie ad una sfera inscritta in un cilindro, che vi sarebbe stata scolpita in ottemperanza alla volontà dello scienziato.

« Summis ingeniis dux et magister fuit »
« Dei più alti ingegni fu guida e maestro »
(J.L. Heiberg, Archimedis opera omnia III, Prolegomena XCV)

Fonte:http://it.wikipedia.org/wiki/Archimede
Foto:Statua di Archimede in un parco a Berlino.

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1 Commenti:

Blogger Stoà Associazione Culturale ha detto...

Fra le varie leggende che circondano la morte di Archimede , anche il sito dove fu sepolto è avvolto nel mistero. Storicamente a Siracusa viene chiamata "Tomba di Archimede" una tomba monumentale scavata nella roccia all'interno del parco archeologico, ancor oggi ben visibile transitando dal Corso Gelone. Tale identificazione fu fatta in base a due elementi: un vistoso timpano che ne sovrasta l'ingresso e un'incisione trovata nello stipite e raffigurante una sfera iscritta in un cilindro.

Tale identificazione, tuttavia, non è assolutamente certa, tanto che la sfera iscritta nel cilindro sarebbe stata rinvenuta in un'altra tomba, ricadente nel cortile interno dell'Hotel Panorama, in Via Necropoli Grotticelle (peraltro non lontano dall'altra tomba).
Parrebbe infatti che si tratti in realtà di un colombario romano , cioè di una camera sepolcrale di età romana provvista all'interno di due ordini di nicchie per la sistemazione delle urne cinerarie. In effetti questa camera mortuaria non può essere quella del grande scienziato Siracusano, in quanto di epoca assai successiva alla sua morte: è stata datata tra il I° secolo a.c. ed il I° secolo d.c.. La vera tomba dello scienziato Siracusano, scoperta da Cicerone, doveva avere una colonna nella quale vi era raffigurata una sfera con un cilindro circoscritto.
Fonte:
http://www.ibmsnet.it/siracusa/tomba.html
http://www.syracusae.info/Miti/miti.htm

17 dicembre 2008 alle ore 06:38  

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